Sono tre le differenze fondamentali e definite dalla legge che differenziano la birra industriale da quella artigianale.
Vediamole una per volta.
La prima è che il birrificio per essere definito artigianale deve essere piccolo e indipendente, soprattutto indipendente.
Questo perchè capitava in passato che gruppi industriali acquistassero i piccoli birrifici artigianali con lo scopo poi di acquisirne il marchio e produrre birra continuando a definirla artigianale.
Cosa questa che non si può più fare perchè il birrficio acquistato non è più indipendente e quindi non più artigianale.
La seconda differenza riguarda la pastorizzazione: la birra per poter essere definita artigianale non deve essere pastorizzata.
La pastorizzazione è una tecnica che permette, scaldando il prodotto, di aumentarne la conservabilità nel tempo a scapito però del mantenimento di gusti e profumi che con il calore si disperdono.
In una birra artigianale, gusto e profumo sono gli elementi fondamentali che nel aumentano la qualità e il valore, per evitare quindi di perderli la pastorizzazione è vietata.
Ultima differenza riguarda la microfiltrazione: una tecnica che permette, attraverso l’uso di una membrana filtrante, di ottenere un liquido limpido, quasi brillante, molto bello esteticamente. Anche questo procedimento però a discapito di profumi e gusti.
Le membrane infatti, trattengono le particelle anche le più piccole come batteri e microrganismi, aumentando la bellezza, la brillantezza e la conservabilità della birra ma tolgono anche le sostanze aromatiche che avrebbero caratterizzato il prodotto.
Ecco queste tre differenze/caratteristiche fondamentali, che devono essere presenti contemporaneamente, definiscono quello che è il vero prodotto artigianale, la vera birra artigianale!